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In Italia è ufficialmente partita la campagna delle angurie, con i primi tagli delle baby negli areali precoci del Sud e, a seguire, l’avvio delle altre tipologie, previsto per l’inizio di maggio. Intanto, nel Centro-Nord, continuano senza sosta i trapianti in campo aperto, destinati a proseguire fino a metà giugno, per la produzione tardiva di fine agosto. Ma quali sono le prospettive per questa stagione? Dopo aver interpellato diversi operatori lungo la Penisola, il sentiment appare improntato all’ottimismo.

Per approfondire ulteriormente le dinamiche produttive della campagna angurie 2025, abbiamo raccolto le testimonianze dirette di alcuni protagonisti del settore. Tra questi, Roberto Di Pastina, socio produttore di San Lidano, tra i principali player del Lazio, che ci offre uno spaccato sulle strategie aziendali e le aspettative per la stagione: “Quest’anno, come azienda, abbiamo ampliato le superfici sia nell’areale precoce di Sabaudia sia in quello più tardivo tra Sezze, Cisterna e Carano, registrando un incremento del 20-25% rispetto allo scorso anno. Una crescita favorita anche dall’ingresso di nuovi soci e sostenuta dai buoni risultati economici delle ultime stagioni, che hanno riportato fiducia nel comparto dopo annate decisamente difficili sotto molti aspetti. L’ampliamento riguarda sia le varietà seedless sia le tradizionali, e tra le novità di quest’anno c’è anche l’introduzione della tipologia a polpa gialla seedless, che testeremo per la prima volta”.

I trapianti, spiega Di Pastina, stanno procedendo regolarmente: “Seguiamo il programma previsto e contiamo di concluderli entro metà giugno. I primi raccolti delle produzioni più precoci, quelle sotto serra, sono attesi per metà maggio, mentre la raccolta delle angurie più tardive si concluderà verso fine agosto. Sul pieno campo prevediamo un leggero anticipo della produzione, ma senza variazioni significative rispetto alla norma”.

Dal punto di vista commerciale, le condizioni climatiche saranno determinanti: “Sappiamo bene che il successo della campagna è strettamente legato al meteo – sottolinea Di Pastina – e confidiamo in un’estate calda, non solo in Italia ma in tutta Europa, così da favorire i consumi e non rallentare le vendite”.
Tuttavia, un eccessivo aumento delle temperature potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio. “Nelle ultime stagioni – precisa il produttore laziale – il caldo eccessivo è stato una delle criticità più rilevanti, poiché temperature troppo elevate compromettono l’allegagione dei frutti, riducendo le rese e incidendo sulla qualità finale del prodotto. Stiamo conducendo diverse prove per mitigare questi effetti e, finora, l’applicazione di caolino durante la fase di accrescimento del frutto sembra dare buoni risultati. Un’altra problematica legata al caldo è l’aumento delle virosi, che ha colpito alcuni campi dei nostri soci nelle ultime campagne”.

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